Abruzzo, animali selvatici invisibili

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Le terribili settimane che ha vissuto l’Abruzzo –  il terremoto, le nevicate come non si vedevano da decenni, l’hotel e i suoi morti – mi hanno fatto riflettere su qualcosa che mi è chiaro ogni volta che vado per mare.

La grande virtù della natura è riportarci, spesso in modo terribile e tragico, alla sostanza delle cose e della vita.

Michele Serra, in un’Amaca di qualche giorno fa, l’ha detto bene: la natura non è il fondale delle nostre vacanze, “è la nostra madre e la nostra destinazione finale”.

Non lo si vuol capire quando si va in montagna o si attraversano i mari. Si pensa che le nostre tecnologie possano essere sempre in grado di salvarci, addomesticare la forza della natura, prevedere l’imprevedibile, proteggerci ed evitarci “fastidi” e sofferenze. M così non è. Dobbiamo prenderne atto.

E dovremmo fare un passo in più. Renderci conto che la natura, nostra madre e nostra casa, non è abitata solo dalla specie umana ma anche da tante specie animali. Che purtroppo dipendono dai nostri atti e dalle nostre scelte.

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Ecco questo non lo mettiamo in conto. Gli animali, in particolare quelli selvatici, sono invisibili e a nostra disposizione.

Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che in un Abruzzo stremato dal maltempo e dal gelo la caccia non sia mai stata sospesa. Nonostante le sollecitazioni e le richieste delle associazioni al Ministro degli Interni, Angelino Alfano, e ai presidenti delle Regioni.

“La situazione rasenta il paradosso”, denunciano all’Enpa, “perche’ mentre i soccorritori annaspano nella neve e tra le macerie dell’ultima scossa, nulla impedisce ai cacciatori di scaricare i loro fucili sulla fauna stremata e di creare possibili situazioni di intralcio alle squadre che stanno cercando di mettere in sicurezza persone e animali“.

Tra l’altro, aggiungono, il gelo di queste settimane e la difficoltà a trovare cibo hanno costretto i selvatici a cercare rifugio sulle poche aree prive di neve. E lì sono attesi dai cacciatori.

A questa situazione assurda, aggiungiamo che fra pochi giorni proprio in Abruzzo, partirà un piano di abbattimento a danno delle volpi, la cui popolazione, probabilmente, sarà gia’ stata stata decimata dal gelo.

La ragione è semplice: in Abruzzo, come in tutta Italia,  le volpi sono accusate di nutrirsi di lepri e fagiani reimmessi nel territorio a fini venatori e, quindi,  entrano in competizione con i cacciatori.

Il WWF d’Abruzzo, chiedendo lo stop della caccia, ricorda anche “al presidente della Regione e ai suoi assessori che gli animali selvatici sono un patrimonio indisponibile dello Stato da tutelare nell’interesse della comunita’ nazionale e internazionale (art. 1 Legge n. 157/92).

Questa stessa legge, la n. 157/92, che tutela la fauna selvatica e disciplina le attività di caccia, prevede esplicitamente il divieto di “cacciare su terreni in tutto o parte coperti da neve” (tranne che nella zona alpina), e sugli specchi d’acqua ghiacciati. Un divieto che andava rafforzato in queste giornate di eccezionale maltempo con la sospensione per alcuni giorni del calendario venatorio.Lo hanno fatto, saggiamente, la Puglia e il Molise”.

 

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  1. sayurio ha detto:

    Ben tornata, Macri, il suo blog mi mancava! Come siamo assurdi noi umani!

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