Sessanta vite hanno salvato la scorsa settimana, tra Amatrice e Pescara del Tronto. Lo hanno fatto per fedeltà e per gioco. Con una generosità che non ha eguali.
Si sono feriti alle zampe , tanti sono i vetri fra le macerie, hanno lavorato senza sosta per uno, due giorni consecutivi.
Sono i «cani da macerie»: pastori tedeschi, pastori belgi, labrador e border collie.
Il loro lavoro è servito trovare anche chi non ce l’ha fatta: sono stati 50 i cadaveri rintracciati grazie a loro.
Dovremmo imparare da loro la fedeltà. Loro che non ci abbandonano, mentre noi lo facciamo senza ritegno, quando non ci servono più o non li vogliamo più.
I cani da macerie, prima di essere in grado di ritrovare persone sotto il livello del terreno, vengono addestrati per circa due e anni e mezzo. Dopo, almeno due volte a settimana, fanno esercitazioni.
C’è chi nasce già con un talento innato. Come un labrador di neppure un anno e mezzo impegnato ad Amatrice. Questo cucciolone color cioccolata, il più giovane del gruppo dei 22 cani del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, è riuscito a fiutare e salvare molte vite.
Tra i 50 cani impegnati c’è anche Corto, un labrador di 4 anni, l’unico nato ad Amatrice, il cui proprietario è un volontario del luogo. È stato lui a trovare un’intera famiglia morta con un bambino di 8 mesi.
Verso i 7 anni i cani da macerie finiscono la loro carriera o meglio il loro gioco visto che il loro impegno è legato all’ottenere un premio, cibo, gioco, ma soprattutto carezze.
Il lavoro dei cani è fondamentale nei primi tre giorni per trovare persone o cadaveri. Possono fiutare una persona fino a 4/5 metri sotto il terreno.
Ad Amatrice hanno lavorato fin dal primo giorno anche due cani di razza bloodhound detti molecolari, perché fiutano, grazie ad una traccia.
Queste anime ci danno tantissimo e in questi casi l’uomo li usa per se stesso. Poi però quando escono notizie terribili come quelle del cane torturato e ucciso a Sangineto, nessuno (intendo la giustizia) fa nulla.
Noi sfruttiamo loro per i nostri piaceri, o in caso di calamità ma noi non facciamo niente per gli animali.
Siamo veramente la specie più brutta e cattiva che dio (?) ha creato.
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Ecco sì loro danno la vita per noi e noi? Li abbandoniamo, li torturiamo, li teniamo alla catena e, come dice paulinawar, nemmeno nei casi più eclatanti come Sangineto nessuno fa nulla: tanto era solo un cane. La giustizia italiana quando si tratta di creature non umane e solo “ingiustizia”, quanto a quella divina a me sembra che dio abbia sempre la testa voltata da un’altra parte.
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