Un topolino, due bambini, l’inferno nel cuore e la vita che non si ferma.
I volontari e i veterinari dell’associazione Anima non credevano ai loro occhi quando, due giorni dopo l’incendio che ha ucciso e distrutto a est e a ovest di Atene, hanno visto arrivare due bambini che nascondevano fra le braccia un fagottino rosa.
Due bambini che avevano visto la violenza del fuoco a Mati e Nea Makri e che, fra le rovine, avevano trovato un topolino paralizzato dal dolore e dalla paura.
Lo hanno raccolto quel topolino, lo hanno avvolto in un asciugamano rosa e lo hanno portato là dove avrebbe potuto essere curato e salvato. Un’umile creatura che custodisce tutto il valore della vita.
Sono impareggiabili l’impegno, l’attenzione, il coraggio degli abitanti e dei volontari di Nea Makri, Mati, Kineta per cercare e curare gli animali che hanno vissuto con loro le drammatiche ore di lunedì.
La maggior parte delle associazioni greche per la difesa degli animali sono al lavoro.
Le cliniche veterinarie di tutta l’Attica hanno aperto le loro porte e stanno lavorando da tre giorni per operare, suturare, disinfettare ogni tipo di animale.
Le pinete e i villaggi sono stati, e sono tutt’ora, setacciati di giorno e di notte.
Si cercano gatti e cani domestici. Si ricoverano i randagi. Si trasportano in luoghi sicuri i cani dei rifugi vicini alla zona degli incendi. Si raccolgono tartarughe ferite e disidratate. Si dà un porto sicuro a ricci, conigli, volpi.
Si postano foto di cani feriti, ma non in pericolo di vita, nella speranza di ricongiungerli al loro compagno umano, come è successo per Loula, la cucciolona aggrappata a uno scoglio che lunedì era diventata il simbolo di questa tragedia greca.
Nessuno riposa in questi caldi giorni senza vento.
Si piangono i morti, umani e animali. Migliaia probabilmente saranno i cani e i gatti fra domestici e randagi.
E non si è ancora fatto i conti con la fauna selvatica dei boschi distrutti. Luoghi, come la pineta proprio dietro casa mia, abitati da volpi, giovani e timorosi sciacalli dorati, upupe capricciose, rapaci notturni.
Nella zona di Nea Makri e Mati, con poca speranza nel cuore si continuano a cercare i dispersi umani e quelli animali, sulla terra e nell’Egeo.
Si raccolgono medicinali, donazioni, cibo. Dalla Grecia e dall’estero.
Si fa la coda negli ospedali per donare sangue.
Si condividono immagini di gatti impauriti, difficili da avvicinare. Probabilmente disidratati, sfiniti dalla fuga. O che finalmente trovano riposo sulla terra bruciata, come questo bellissimo gatto rosso sulla spiaggia di Mati.
Ma nessuno, fino all’altro giorno, aveva pensato mai di dare rifugio e cure a un topolino e a dover rassicurare, e ringraziare cercando di trattenere le lacrime, due bambini che hanno visto la loro terra bruciare.
Ma che non hanno perso la speranza. Né la gioia della vita che continua.
L’empatia non fa distinzioni di specie.