Quando ero bambina e passavo la mia estate al Lido di Venezia dove abitavo, era quotidiano nuotare assieme ai cavallucci marini.
Ogni tanto, con gentilezza comunque non scusabile, ne prendevamo uno con la retina, lo mettevamo in un secchiello con acqua di mare e passavamo la giornata a guardarlo mentre si muoveva in quel modo così elegante, sinuoso e strano.
Poi, poiché ci immaginavamo che anche lui avesse una casa da accudire, dei bambini da allevare, una vita da vivere, lo riportavamo nel suo mare e speravamo di incontrarlo il giorno dopo. E quello dopo ancora.
Sono molti anni che al Lido i cavallucci marini non ci sono più. E sono diventati rarissimi in molti mari. In Adriatico credo siano quasi del tutto scomparsi mentre esistono diverse colonie nello Ionio calabrese e soprattutto nel mare di Soverato.
Qui in Grecia il cavalluccio è molto amato. Il nome scientifico Ippocampo deriva proprio dal greco Hippos (cavallo) e kampos (mostro di mare) e gli dei grazie a loro attraversavano i mari e, sembra, perfino il carro di Poseidone era trainato da un esemplare di ippocampo.
Questa estate è in corso una campagna di protezione per una rara colonia di cavallucci marini che vive al largo della costa di Stratoni, Halkidiki, nel nord della Grecia, nella penisola calcidica.
E’ questo il luogo dell’impegno di Vassilis Mentogiannis, un sub archeologo che fa parte di una squadra di sommozzatori dell’Ephorate of Underwater Antiquities.
Il sommozzatore conosce molto bene la colonia di cavallucci marini di Stratoni e nel 2010, quando una tempesta colpì l’area e il torrente Argyro scaricò migliaia di metri cubi di sedimenti sul fondo marino che era l’ecosistema naturale dei cavallucci marini e che è stato lasciato coperto di fango, lui era lì e ha visto il danno fatto alla colonia.
Per questa ragione Mentogiannis ha deciso di creare un habitat artificiale per i cavallucci marini con un labirinto di corde. La casa nel 2015 era pronta.
“Sfortunatamente, la popolazione è diminuita in modo significativo dopo quell’evento”, ha spiegato Mentogiannis a Greekreporter.
Ma non poteva immaginare che quella sua una rete metallica sul fondo del mare con corde attaccate e alcune piante finte di acquario per simulare un giardino naturale sottomarino, potessero essere amate.
I primi risultati sono stati immediati e impressionanti e i cavallucci marini sono tornati a casa.
E lo ha verificato con grande soddisfazione anche Miguel Correia, un esperto in cavallucci marini che fa parte di un progetto internazionale di difesa di questo mitico abitante marino, che qualche mese fa si è immerso nelle acque di Statoni. Ed è riemerso decisamente felice.