Addio pettirosso

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Quest’anno è già il secondo. Chissà mai se ne vedrò altri prendere casa nel mio guardino di nord est.

Forse sarebbe meglio che la voce corresse. Che merli, tortore, martin pescatore, tordi portassero lontano in altri giardini e altri campi, e magari ancora più a nord, che questo non è il luogo giusto per trascorrere l’inverno.

Questo giardino di nord est, guardato e amato da un vecchio prugno, è il territorio incontrastato della mia Kiki, una delle più famigerate cacciatrici di uccelli dell’intero Nord Italia.

La sua fama corre di cinguettio in cinguettio. Ma purtroppo non arriva a tutti.

Così, questa mattina, all’entrata della cucina, mi sono ritrovata il secondo pettirosso della stagione. Morto. E consegnato per comunicare al mondo il valore di cacciatrice senza pietà.

pettirosso

Non lo vedrò più, durante la giornata, saltare dal prugno al fico, dal pino al giuggiolo. Con quel bel petto rosso e la voce cristallina.

E’ piccolo il pettirosso. Sarà lungo 13 centrimetri e peserà, se è ben pasciuto, non più di 22 grammi. La sua vita, fra una migrazione e l’altra, dura 3, 4 anni in media.

Mi mancheranno quel suo comportamento quasi confidente e quella sua contagiosa vitalità.

Forse ha ragione Paola, cara amica e faunista, ad avere un po’ di colpa per la diminuzione  dei passeriformi, sono i gatti come Kiki.

Kiki a caccia sotto il tappeto
Kiki a caccia sotto il tappeto

 

Un commento Aggiungi il tuo

  1. paulinawar ha detto:

    E’ triste per il pettirosso, certo, ma un gatto non lo fa per divertimento sadico…(come gli umani)
    Unica consolazione….

    "Mi piace"

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