#Grecia /Carcasse di vacche e buoi sulle spiagge delle Cicladi

Come è possibile che in questi ultimi giorni arrivino sulle spiagge greche carcasse di animali?

E’ successo nelle Cicladi, paradiso dell’estate per il mondo intero. In particolare gli animali morti si sono spiaggiati a Naxos, Syros, Tinos.

In riva al mare sono state trovate carcasse di vacche e tori. Che il mare ha restituito senza vita.

Una carcassa sulla spiaggia di Tinos
Una carcassa sulla spiaggia di Tinos

GreekReporter, che ne dà notizia, parla di una nave cargo con animali che sarebbe passata lungo le Cicladi in questi giorni.

Ma gli animali non cadono in mare da soli. Qualcuno se ne sarà liberato. Animali forse già morti. Di fame, sete, sofferenze come spesso succede nei lunghi viaggi via mare cui sono costretti milioni di animali da carne ogni anno.

La scorsa estate Compassion in World Farming (CIWF) ha pubblicato  immagini inedite del trasporto di milioni di animali via mare dall’Europa verso il Nord Africa e il Medio Oriente. Un ulteriore esempio di maltrattamento di animali ancora sconosciuto al grande pubblico.

Sono quasi tre milioni gli animali esportati ogni anno dall’Europa verso i paesi arabi in “condizioni spaventose”, secondo un’indagine durata tre anni e condotta da due associazioni, la tedesca Animal Welfare Foundation e la svizzera Tierschuetzbund Zuerich, tra luglio 2014 e gennaio 2017.

Dal 2013 al 2016, 9,8 milioni di pecore e bovini hanno attraversato il Mediterraneo da porti dell’Ue diretti verso Nordafrica e Medio Oriente.

Gli animali partono principalmente da Sète (Francia), Tarragona e Cartagena (Spagna), Midia (Romania) o Rasa (Croazia) per raggiungere Turchia, Libano, Israele, Marocco, Algeria, Libia ed Egitto.

Un commercio marittimo in piena espansione, ma non regolamentato e praticamente non controllato.

Foto e video mostrano numerosi rischi per il benessere e la sicurezza degli animali: rampe di carico e scarico troppo inclinate, ventilazione, illuminazione e abbeveraggio insufficienti, lettiere inadeguate, sovraffollamento.

Il tutto su battelli riattati per il trasporto animali, con un’età media di 35 anni.

A bordo non vi è alcun responsabile del benessere animale né un registro dei decessi che sono frequenti. In tal caso l’animale, eviscerato perché affondi più rapidamente, è gettato in mare.

Naturalmente si ha cura di strappar via i marchi d’identificazione, dovesse capitare che la carcassa arrivi sulla costa come è successo in questi giorni alle Cicladi.

Tra il 2013 e il 2016, secondo stime delle associazioni, sarebbero morti in navigazione circa 24 mila capi. Ma né la Commissione europea né gli Stati membri intervengono. Dal momento in cui si sa che quegli animali non finiscono sui nostri piatti, la loro sorte non interessa più.

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