Quando ho visto Joanna non sapevo cosa fare. Non sapevo come mi sentivo. Ho mosso timidamente la coda in segno di riconoscimento. Ma l’ho mossa piano piano. In fondo non ero così felice di vederla. Mi ricorda momenti dolorosi. Peccato perché Joanna è l’aiuto veterinario più simpatica e buona del mondo.
Ma d’improvviso, odori a parte, vedendola apparire mi sono resa conto che ero di nuovo lì, dal mitico Vlachalopulos, ortopedico veterinario, quello che mi ha messo le mani addosso e ha inserito nel mio posteriore sinistro tutta la ferramenta che aveva in casa.

D’improvviso ho guardato i miei umani e ho pensato di fuggire.
Non ho fatto a tempo. Prego, entrate, ha detto gentilmente Joanna. Rieccomi qui. Tengo un profilo basso. Non vado a curiosare fra le ossa e gli scheletri canini del dottore. Giro attorno alla mia umana con la schiena curva, quel che mi rimane della coda in mezzo alle gambe, le orecchie afflosciate, gli occhi con tutto il bianco possibile in mostra.
Loro parlano. Sento che dicono che la prima biopsia è negativa. Ora dobbiamo attendere la seconda.

Mi prendono di peso. Lo detesto. Mi appoggiano su un tavolo di ferro, freddissimo. Mi distendono su di un fianco. Mentre l’umana mi tiene bassa la testa e mi bacia la punta del naso, l’umano afferra e stringe le zampe anteriori.
Sono immobilizzata. Non piango, ma tremo come una foglia. E’ solo una radiografia Vanda, stai tranquilla. Sì, dai, cerco di stare tranquilla ma chissà che idee hanno questi qui.
Pochi secondi di immobilità assoluta. E la ferramente appare in tutto il suo splendore sullo schermo.

Mi riprendono. Questa volta mi vogliono a pancia in su. Una scomodità insopportabile. Resisto anche questa volta. E’ incredibile come la fiducia nei miei umani non venga meno neppure davanti a queste torture.
Mi allungano la gamba. La girano un po‘. Immobile. Bacio sul naso. Respiro il profumo della mia umana e cerco sollievo. Un attimo. Torno in me. Seduta.
Hanno finito, dicono. Mi riprendono in braccio e mi depositano per terra. E’ finita. Io riprendo a scodinzolare. Il biscotto di Joanna, no, non lo voglio. Sono ancora troppo tesa. Me lo porto a casa. Magari me lo mangio in macchina.

Prima radiografia, tutto bene per quello che ho avuto dice il vet. Ci rivediamo fra un mese e mezzo per un’altra radiografia.
Nel frattempo: continuo con antidolorifici per 15 giorni, cammino sempre al guinzaglio, no salti, no corse, no giochi con altri cani.
Sarò l’unica in Grecia ad andare piano.