Due mesi di Grecia. Due mesi che viviamo qui, a 20 minuti di macchina dal centro di Atene.
Ogni sera, ogni giorno, quando rientro a casa dal lavoro o da una passeggiata o dopo essere stata a fare la spesa, ogni volta torno davvero a casa.
Questa piccola casa, che si infila nell’Egeo come la prua di una barca, la sento davvero come la mia, la nostra casa.

Mi sono chiesta perché sono riuscita in così poco tempo a sentire come “miei” questi luoghi. Dentro e fuori.
Il primo “colpevole” è il mare. Quello con cui mi alzo. Quello con cui vado a dormire. Non mi stanco mai a vedere le sue onde sospinte dal vento del nord e d’Occidente. Non mi stanco mai a sentirlo frangere sulla spiaggia. Sono gli stessi suoni, sia pur più forti e presenti, che sentivo quando ero bambina e poi ragazza e abitavo al Lido di Venezia, di fronte all’Adriatico, così inerme e dolce se confrontato con i repentini cambiamenti d’umore e la rabbia dell’Egeo e dei suoi dei.
La seconda “colpevole” è la spiaggia. Ho sempre amato il limitare fra l’acqua e la terraferma, fra il mare e quella sabbia che degrada e si immerge, priva di paura, nel profondo blu. Una terra di confine dalla quale non so sfuggire.

Ma i veri “colpevoli” di questo mio ingenuo, struggente e imprevisto “sentirmi a casa” sono le mie ragazze.
E’ Vanda, che qui ha ritrovato il gusto di correre in riva al mare. E’ Kiki che nonostante le prime settimane di paura, adesso sera e mattina esce alla scoperta del mondo greco (e dei suoi gatti…piuttosto aggressivi). E’ Olga che si è ritrovata a essere un’appassionata del mare, che sta ore a guardare le onde, dalla terrazza, rapita in un mondo tutto suo con pensieri infiniti che non riuscirò mai a conoscere. Forse solo a intuire, guardandola negli occhi.

E’ aver scelto di non separarmi da loro tre ed è vederle accettare il nuovo mondo senza pregiudizi, adattandosi alla vita che cambia e sistema, che mi fa sentire a casa ovunque loro ci siano.
E’ vivere con loro tre, oltre che con il mio compagno umano, che fa di questa non solo una casa. Ma la casa.
Per essere completamente felice e sentirmi a casa fino in fondo, mi mancano solo le equine che sono rimaste in terra trevigiana. Chissà che presto mi possano raggiungere anche loro.
