Andreas era nato nelle foreste settentrionali della Grecia intorno al 1963.
E’ stato catturato quando aveva pochi mesi. La sua vita felice e randagia era finita e iniziava un addestramento crudele che lo obbligava a stare in piedi e ad andare in giro come se stesse ballando.
Per 30 anni Andreas andò in giro per la Grecia ballando. Con quella catena al naso e il cuore a pezzi. Il resto del tempo lo trascorreva incatenato e mangiava pochissimo.
Andreas è stato uno degli ultimi orsi ballerini usati in Grecia. Sopravvisse a questa vita di tormento fino a un mattino del gennaio 1993, quando fu salvato da chi voleva finalmente sradicare il commercio crudele degli orsi danzanti dalla Grecia.

Andrea venne portato nel nuovo santuario degli orsi nel nord della Grecia, gestito dal gruppo greco Arcturos. Era cieco e aveva ormai 30 anni. Nonostante la sua età e la vita dannata Andreas sopravvisse altri 20 anni nel bellissimo e boscoso santuario fra le montagne della Grecia settentrionale.
Condivideva un grande recinto della foresta con altri orsi ballerini salvati e finalmente sentiva l’erba sotto le sue zampe, si rinfrescava nel l’acqua fresca di una piscina, mangiava ed era curato.
Andreas è morto pacificamente nella sua tana il 24 maggio 2013. Aveva circa 50 anni, anno più anno meno.
Secondo gli esperti di Arcturos, questo fa di Andreas il più vecchio orso mai tenuto in cattività, certamente il più vecchio di un santuario per gli orsi.
È il miglior testimonial di Arcturos questo orso anziano. Il nonno di tanti altri orsi che sono ospitati in questo santuario greco.

Come il piccolo Patrick, 3 anni, orfano fin da cucciolo, che si accuccia in basso, si lecca gli artigli e inizia a canticchiare che, mi dicono, è l’equivalente di un bambino che si succhia il pollice.
Anche Patrick vive nel santuario Arcturos a Nymfaio sulle pendici del monte Vitsi, circa 600 chilometri a nord ovest di Atene.
Aveva meno di un mese quando venne trovato vagare vicino al confine greco-albanese. La madre probabilmente era stata uccisa dai bracconieri.
Troppo giovane per conoscere e sopravvivere alle leggi della natura, non ha mai imparato a vivere senza l’aiuto umano. Il santuario ha provato a lasciarlo libero una volta cresciuto. Ma lui, dopo un mese, era già tornata a casa.
“Patrick non ha imparato a temere gli umani”, spiegano al rifugio, “così non è sicuro per lui vivere in natura. Rimarrà qui per il resto della sua vita”.

Patrick resterà in questo luogo selvaggio con Barbara, che arriva da da uno zoo serbo. Una vita di sofferenze che non riesce a dimenticare: nonostante sia qui da anno, scuote ancora la testa come se fosse incatenata a una gabbia.
C’è anche Usko, tre anni, che è stato trovato in Macedonia da piccolo. Era paralizzato dalla vita in giù. Ma il suo entusiasmo per la vita oggi lo porta a muoversi in un’area piana con un carrellino che lo aiuta a camminare.
Lo scorso aprile è arrivato un altro piccolo orfano da consolare. L’hanno chiamato Luigi, in onore di Gianluigi Buffon. Altri due suoi coetanei sono stati recuperati in Montenegro e altri tre orsi in Bulgaria.
Fondato nel 1992, Arcturos ospita orsi e lupi che provengono principalmente dai Balcani, ma in alcuni casi anche da Austria e Georgia.
In tutto sono oltre 20 orsi e sette lupi che vivono in habitat chiusi nei pressi dei villaggi di Nymfaio e Agrapidia. Quasi tutti sono stati salvati dai bracconieri , dai collezionisti di animali e anche da proprietari di ristoranti che li tenevano in mostra per divertire i clienti.
Gli orsi vivono in cinque ettari di faggeta sulla montagna, donati dal comune locale. I lupi condividono 17 acri di foresta di querce più giù nella valle.

Fino a oggi l’associazione è riuscita a rimettere in libertà, con successo, due maschi e una femmina.
Una recente donazione di 500.000 euro da parte della Fondazione Stavros Niarchos, consentirà al santuario di espandersi e diventare il più grande centro di questo tipo nei Balcani.
Ma i soldi non bastano mai visto che mantenere qui un orso costa15.000 euro all’anno, e un lupo ne costa 10mila.
Arcturos è anima anche di un programma per salvare dall’estinzione una razza locale di cane pastore che è perfetta per difendere i greggi dai grandi predatori. Negli ultimi vent’anni da questo centro sono usciti oltre 800 cuccioli che ora lavorano assieme agli agricoltori e allevatori greci.