In viaggio con Kiki e Olga, gatte

Kiki e Olga non si erano mai mosse da casa. I gatti sono animali molto abitudinari, direi più dei cani, e non amano essere portati via dal loro territorio.

Così, a ogni vacanza, noi partivamo e loro restavano a casa. Con una cat sitter che ogni giorno veniva a trovarle, nutrirle, pulirle, coccolarle. E con una finestra di casa sempre un po’ aperta in modo che non rinunciassero neppure alla passeggiata per lo più notturna se si era in estate.

Pensavo che i gatti non soffrissero tanto la mancanza del compagno umano. Amano più la casa di te, mi sono sempre sentita ripetere. Non ne sono così sicura.

Kiki in nave
Kiki in nave

Se la vacanza è breve, d’accordo, si adattano. Ma se supera le tre settimane, ho qualche dubbio. Perfino Kiki, la più indipendente e ribelle delle due, quando tornavamo non la smetteva di miagolare. E di strofinarsi. Timorosa di una nuova partenza.

Quindi vacanze con Kiki e Olga a casa e qualche batticuore per il benessere psicologico della prima.

Ma lo scorso dicembre, quando ci siamo trasferiti in Grecia per un anno, non ci sono stati dubbi: le gatte sarebbero venute con noi.

Olga in nave
Olga in nave

Avevo più ansia per loro che per la nuova avventura che stavo per vivere.

Davanti avevamo 30 ore di navigazione da Venezia a Patrasso. Più almeno due ore di attesa per l’imbarco e quattro ore di macchina da Patrasso ad Atene. E infine l’inserimento in un nuovo ambiente.

Quindi, prima decisione: goccette tranquillanti per tutte e due (ora in commercio c’è un Travel Kit della Feliway che mi sarebbe potuto servire sette mesi fa….) con conseguenze diverse: Kiki come se fosse acqua fresca, Olga catalessi.

Dopo la prima somministrazione (un paio d’ore prima di caricarle in macchina) ho smesso e mi sono affidata a loro.

Direi che ho fatto bene. Le ragazze mi hanno sorpreso. Forse perché si facevano forza a vicenda, forse perché si sentivano protette anche da Vanda, forse perché si sentivano sicure con noi accanto.

Kiki e Vanda in hotel
Kiki e Vanda in hotel

Nella cabina della nave (pet cabin) sono state perfette. A loro agio. Hanno mangiato, bevuto, caccato, dormito chi sopra (Kiki) chi sotto (Olga) la cuccetta.

E poiché a Patrasso siamo arrivati con cinque ore di ritardo alle 2 di notte, hanno dovuto affrontare anche una notte in hotel.

Immaginatevi una coppia attempata che la notte di Natale (proprio così) si presenta a un piccolo hotel nel cuore di Patrasso con al seguito un cane, due gatte dentro altrettanti trasportini, un caccatoio felino, una macchina a due piani tanto era carica e una moto con motociclista infreddolito, e chiede: “Ospitate animali?”.

La receptionist ha avuto pietà: “Sì”, ha prontamente risposto. Ci ha dato la chiave e se ne è tornata a dormire. Vale la pena segnalare questo hotel molto pet friendly: la Maison Grecque. 

Kiki e Olga in hotel
Kiki e Olga in hotel

Una volta in camera e aperti i trasportini, Kiki e Olga sembravano assolutamente serene. Sono balzate sul letto, sono corse quando hanno sentito odore di cena, hanno fatto pipì e cacca nel posto giusto.

Felici e contenti tutti siamo arrivati nella nuova casa che suonavano le campane di Natale.

Se le vostre notti in hotel devono essere più di una, vi consiglio un delizioso libro di Paola Capriolo: Avventure di un gatto viaggiatore. Dai Grigioni alla Grecia e ritorno. Storia di Ela, modello di felina rassegnazione. Imparerete che fuori della stanza dell’hotel sarà meglio mettere questo cartello: “Do not enter. Animale pericoloso”.

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