Fino al 1760 di questa gigantesca tartaruga marina se ne sapeva pochissimo.
Poi ne venne catturata una nei dintorni di Ostia, imbalsamata e donata all’Università di Padova da Papa Clemente XIII.
La tartaruga fu inviata via mare al Vescovo di Padova, accompagnata da un’epistola del Pontefice. Quando giunse in città, vennero riuniti i Prorettori e i Sindaci dell’Università, per ricevere il prezioso dono e vennero informati i Riformatori, i quali ordinarono che il “mostro marino” fosse posto nel Pubblico Museo.
Un anno dopo ci pensò Domenico Agostino Vandelli a catalogarla, raffigurarla e darle un nome: Dermochelys Coriacea Testudo, più democraticamente chiamata Tartaruga liuto. L’esemplare viene ancora oggi conservato presso il Museo di Zoologia dell’Università di Padova.
Oggi come un tempo è rarissimo vedere questa specie nuotare in Adriatico.
E’ successo la notte del Redentore, in laguna di Venezia, alla bocca di porto degli Alberoni.
Un avvistamento ancor più straordinario di quello che solo qualche giorno fa ha visto come protagonista una foca monaca. Straordinario non solo per la rarità di vedere una tartaruga liuto dalle nostre parte, ma anche per la particolarità di questo animale.
E’ una specie che può arrivare a due metri di lunghezza e 700 chilogrammi di peso.
Nel settembre 2017 ne venne trovata una, purtroppo morta, sulla spiaggia spagnola di Calella, vicino a Barcellona.Fu necessaria una gru per sollevare il corpo e portarla via.
Fino al 2013, in base ai criteri della Lista rossa IUCN, era considerata in pericolo critico di estinzione a causa all’inquinamento ma soprattutto per i micidiali sacchetti di plastica galleggianti che scambia per meduse di cui è ghiottissima.
Nel 2013, l’IUCN ha abbassato il rischio di estinzione portandolo da specie in pericolo critico a vulnerabile. Attualmente la popolazione stimata è pari a circa 54.000 esemplari e si stima che nel 2040 la popolazione possa salire a oltre 180.000 esemplari.
Il WWF veneziano è all’erta quindi e invita, se ci fossero ulteriori avvistamenti, di chiamare il numero WWF di Pronto Intervento dell’Oasi WWF Dune degli Alberoni (al Lido di Venezia) 348.2686472 che fa da riferimento regionale per le tartarughe marine.
In ogni caso si raccomanda di tenersi a debita distanza e di avvisare la Capitaneria di Porto o, appunto, il WWF.